Le origini
Aprocal (Associazione Apicoltori Produttori della Calabria) nasce nel 2015 e sviluppa la sua attività in Calabria in favore ed in rappresentanza del settore apistico regionale. Negli anni l’associazione è divenuta punto di riferimento per gli apicoltori, ponendosi come catalizzatore di confronto con le istituzioni, con le realtà associative nazionali e del territorio, con gli altri comparti agricoli e con il mondo della formazione e della ricerca, favorendo la condivisione delle informazioni e delle competenze tra gli operatori del settore.
Tale condivisione rappresenta per Aprocal uno degli strumenti strategici maggiormente in grado di accrescere il livello professionale del settore apistico, consentendo la promozione e lo sviluppo di una cultura imprenditoriale capace di sfruttare al meglio la valenza che il mondo apistico configura, sia a livello economico che ambientale.
Il contesto
Il settore apistico calabrese registra numeri che lo pongono in una posizione di assoluto rilievo a livello nazionale. I dati ufficiali reperibili dall’anagrafe apistica sottolineano che la Calabria detiene circa il 9% sul totale degli alveari allevati in Italia (censimento 2021) e che oltre il 90% di questi viene gestito da apicoltori che commercializzano prodotti dell’alveare. Ciò si traduce in una diffusa professionalizzazione degli apicoltori calabresi ed in una importante produzione di mieli di assoluta qualità. Il tutto favorito dal territorio di riferimento che, in quanto ricco di innumerevoli microclimi diversificati e biodiversità, si presenta come contesto ideale per gli operatori di settore.
Nonostante ciò, oggi l’apicoltura mondiale soffre di una serie di problematiche gravi e di difficile soluzione: l’intensificarsi della presenza di varroa destructor e delle patologie ad essa collegate, l’evidente dilagare dell’inquinamento ambientale, i catastrofici cambiamenti climatici, la progressiva perdita di biodiversità e l’uso disinvolto di insetticidi e neonicotinoidi in campo agricolo. Ciò rende sempre più complicato il lavoro degli apicoltori. L’associazione si pone in tal senso come interlocutore forte e credibile che intende favorire il necessario circolo virtuoso tra apicoltura, agricoltura, ambiente, istituzioni e consumatori attenti.
I numeri
Aprocal conta oltre 180 associati (dato aggiornato al 2022) per un totale di circa 50.000 alveari “rappresentati”. Oltre l’85% degli aderenti all’associazione sono apicoltori professionali che producono reddito dall’attività apistica.
Gli strumenti
Facendo propri i principi precedentemente esposti, Aprocal si propone di stimolare la crescita delle capacità imprenditoriali dei propri associati, comunicando e condividendo conoscenza al fine di costruire un sapere collettivo per il tramite di: strumenti di comunicazione in grado di raggiungere in breve tempo ed in maniera efficace gli associati; iniziative di informazione e formazione professionale; collaborazioni con enti pubblici, organizzazioni sociali, associazioni di categoria, volte ad amplificare il dibattito sui principali temi di interesse per il settore apistico; proposte di analisi e modifiche delle normative in vigore agli organi competenti; ricerca scientifica orientata al miglioramento delle produzioni ed alla caratterizzazione delle proprietà nutrizionali, nutraceutiche ed organolettiche dei “Mieli di Calabria”; attività di divulgazione di buone pratiche agricole volte alla tutela della biodiversità ed alla produzione sostenibile; promozione e valorizzazione dei “Mieli di Calabria”.
Le attività sono realizzate grazie alla partecipazione attiva degli associati, alla disponibilità del gruppo di lavoro Aprocal ed alle risorse messe a disposizione dal Programma Apistico Regionale.
Le collaborazioni
L’associazione si avvale di un gruppo di collaboratori pronti a fornire agli associati servizi di assistenza sia riguardo le tecniche apistiche che i vari adempimenti di carattere gestionale e amministrativo.
Aprocal, in quanto associata UNAAPI (Unione Nazionali Associazioni Apicoltori Italiani), alimenta costantemente i rapporti con il CRT (Centro di Riferimento Tecnico), favorendo il confronto con altre realtà regionali e con professionisti di riconosciuto livello nazionale.
Numerose, inoltre, sono le collaborazioni con diverse università italiane, centri di ricerca e consulenza, associazioni regionali di produttori ed associazioni del terzo settore, queste ultime finalizzate a condividere il sapere delle api anche con coloro i quali non fanno direttamente parte di questo mondo.